Come certo immaginerete il pesto ha origini antichissime, i primi a documentarlo furono, in epoca roma Virgilio e Plino; quest’ ultimo anche per le sue proprietà curative, anche se la ricetta classica così come la conosciamo viene fatta risalire all’800.

 

Inizialmente nacque come ricetta povera in quanto olio e basilico e pinoli erano alla portata di tutti mentre per quanto riguarda il formaggio: bè venivano grattugiate le croste. Va poi detto che il basilico (pianta di origine araba) è diffusa ed apprezzata in tutto il mediterraneo ove esistono molte varianti di questo condimento divenuto col tempo simbolo della città di Genova. Ciò è probabilmente da attribuirsi all’aria ed al terreno particolare che si trova in questi luoghi che conferiscono al basilico (e non solo) un gusto ed un aroma particolare.

Naturalmente non mancano poi le leggende, la più carina parla di un convento sulle alture di Prà (Genova) intitolato a san Basilio. Ebbene il fraticello che ci viveva, stufatosi di mangiare acciughe raccolse l’erba aromatica che cresceva su quelle alture ed intitolatola appunto basilium (in onore di san Basilio), la unì ai pochi ingredienti portatigli in offerta dai fedeli e pestando il tutto ottenne il primo pesto che man mano venne perfezionato e divenne famoso in tutto il mondo.

 

Ingredienti per un vasetto di pesto:

4 o 5 mazzetti di basilico (a foglie larghe) fresco
5 cucchiai di olio extra vergine di oliva
4 cucchiai di parmigiano (reggiano)
(opzionale) 2 cucchiai di pecorino
1 manciata di pinoli
1 spicchio di aglio
1 pizzico di sale

Preparazione:

Premessa, il pesto dovrebbe farsi in un mortaio di marmo, armandosi di santa pazienza e forza nelle braccia. Io però uso il mixer! Lavare con attenzione le foglie di basilico e lasciarle asciugare, separandole l’una dall’altra. Mettere nel mixer (o nel mortaio per i più tradizionalisti!) il basilico, i pinoli, l’aglio e il sale e amalgamare il tutto. Aggiungere il formaggio e, infine, l’olio, che va versato “a filo”. La salsa è pronta.